Martín Almada – Lettera aperta ai responsabili della Biblioteca Nazionale Argentina

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Lo storico paraguayano Martín Almada, la cui memoria è vivissima, guarda con preoccupazione a quel che avviene nell’Argentina di Macri. In particolare teme che i licenziamenti massicci annunciati per i funzionari di biblioteche, possano preannunciare il ritorno a periodi bui e imperdonabili. Proprio lui ha scoperto l’Archivio del Terrore, i documenti che il dittatore Stroessner conservava sull’operazione Cóndor, li ha riportati alla luce è ha scoperto la verità sul suo sequestro, sulla sua detenzione, sulle torture subite e sulla morte di sua moglie. Insieme alla sua vicenda personale sono venuti fuori tutti gli orrori dei regimi militari uniti in rete per consiglio di Henry Kissinger.

Asunción, 8 aprile 2016

Ai Direttori della prestigiosa

Biblioteca Nazionale Argentina

Buenos Aires

 

Circa sette anni fa, in rappresentanza dell’America Latina, ho assistito alla commemorazione dell’incendio della Biblioteca dell’Università Humboldt di Berlino, per ordine di Hitler in quanto “nido anti nazista” per eccellenza. L’incendio avvenne il 6 maggio 1933 con il pretesto di riconquistare le menti perdute della gioventù studiosa tedesca. Vale la pena ricordare le parole dell’intellettuale Heinrich Heine nel 1817: “Dove si bruciano i libri, si bruciano pure le persone”. Ripeto: “Dove si licenziano archivisti,  si perseguitano gli uomini colti”.

Il 26 novembre 1974 sono stato sequestrato dalla polizia politica del Paraguay e portato ad Asunción, davanti a un Tribunale militare composto da militari dell’Argentina, del Brasile, della Bolivia, del Cile, dell’Uruguay e del Paraguay dove, dopo aver analizzato il contenuto della mia tesi dottorale presentata all’Università Nazionale de La Plata, sono stato accusato di essere un terrorista intellettuale.

L’arresto, la tortura … e tre anni nel Campo di Concentramento, mi è costato la morte di mia moglie, la confisca dei nostri beni e circa 15 anni di esilio.

Al mio ritorno ad Asunción ho ripreso la ricerca sulla causa della morte di mia moglie e sul perché dei militari stranieri mi avessero torturato nel mio paese. Risultato finale, con l’appoggio giuridico, ho trovato Il Nido del Cóndor, con più di 700 pagine che accusano tutti i genocidi della Regione. E’ accaduto il 22 dicembre 1992. L’UNESCO ha dichiarato il nostro Archivio, Memoria del Mondo.

I governi militari dell’epoca consideravano le Biblioteche come centri fomentatori di ribellioni. Le misure prese, in realtà, sono state una cospirazione contro la società della conoscenza attraverso l’Operazione Cóndor, un patto criminale il cui ideologo, all’epoca, è stato l’allora Segretario di Stato nordamericano Henry Kissinger, Premio Nobel per la Pace.

Ho l’impressione che quel sinistro Cóndor stia di nuovo volando sui tetti di questa prestigiosa Biblioteca, o magari nei corridoi, negli uffici amministrativi ,in contatto con le Banche Nazionali e transnazionali allo scopo di licenziare funzionari intelligenti per tornare in questo modo all’epoca oscurantista da noi vissuta negli anni 70.

Nella mia condizione di vittima dell’Operazione Cóndor e di scopritore di quegli Archivi Segreti, sollecito che si eviti a Buenos Aires un’altra ferita per il popolo lavoratore argentino.

Signori Direttori della più prestigiosa Biblioteca Nazionale Argentina e latinoamericana, una democrazia autentica si può costruire solo sulla verità per la quale dobbiamo lavorare senza scoraggiarci affinché l’Argentina non sia più il paese che è nato e cresciuto nella dimenticanza delle sue tragedie. Concretamente, per la salute della democrazia latinoamericana, per favore, non date seguito alle misure arbitrarie che state prendendo, che hanno un forte sapore Nazionalsocialista. Con osservanza

 

Martín Almada

Premio Nobel Alternativo (Premio Right Livelihood)

Membro del Comitato Esecutivo

dell’Associazione Americana di Giuristi

 

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